Quello dell’energia nucleare è un tema ancora molto dibattuto al giorno d’oggi. Attualmente, infatti, l’energia solare, eolica e altre fonti rinnovabili non hanno ancora dimostrato di poter sostituire, soprattutto quantitativamente e su larga scala, le fonti non rinnovabili.
In questo contesto, l’energia nucleare, considerata per tanti motivi fonte non rinnovabile, può comunque rappresentare una valida alternativa alle fonti tradizionali.
Il processo usato per produrre energia nucleare è conosciuto come fissione. La fissione nucleare avviene nel momento in cui il nucleo di un atomo viene diviso, e per questo motivo rilascia delle enormi quantità di energia. Questo è proprio ciò che succede all’interno delle centrali nucleari, dove gli atomi vengono costantemente divisi, creando delle reazioni a catena, che permettono di ottenere dei grandi quantitativi energetici per un tempo molto prolungato.
Ovviamente l’energia nucleare ha anche tanti svantaggi, così come ogni fonte energetica. Tra questi, i più conosciuti sono sicuramente quelli relativi allo smaltimento delle scorie radioattive, agli alti costi di costruzione delle centrali, oltre che, ovviamente, ai possibili rischi di sicurezza in caso di incidente.

Analizziamo più in dettaglio i vantaggi e gli svantaggi di questa forma di energia.
I Vantaggi dell’Energia Nucleare
Le centrali nucleari offrono una lunga serie di vantaggi, soprattutto in termini economici e produttivi. Ecco di seguito i principali.
Grandi quantità di energia prodotta
Uno dei principali vantaggi dell’energia nucleare è sicuramente il fatto che la quantità di energia prodotta in una centrale è piuttosto elevata. Un singolo reattore potrebbe riuscire a soddisfare il fabbisogno di una o più città di discrete dimensioni. Per avere un’idea più precisa, si può pensare che con una piccola quantità di uranio si può alimentare una centrale elettrica di 1GW, il che sarebbe sufficiente a soddisfare la richiesta di una piccola metropoli (si stima di circa mezzo milione di persone). Da questo punto di vista, il confronto con le energie green e rinnovabili non regge, e il nucleare, dal punto di vista del rendimento, vince a mani basse.
Basse emissioni
Le emissioni di una centrale nucleare sono davvero basse, comparate per esempio alle centrali a carbone, a gas o ad altri tipi di centrali elettriche. Questo non è un aspetto da sottovalutare, che per certi versi ha dato all’energia nucleare la nomea di “energia pulita”. In effetti conosciamo bene gli effetti delle emissioni di diossido di carbonio e di altri gas inquinanti, che inquinano l’ambiente, rendendolo meno vivibile e più soggetto a cambiamenti climatici.
Talvolta, osservando dall’esterno una centrale nucleare, si può pensare che essa emetta una considerevole quantità di gas nocivo. In realtà, la quasi totalità del gas emesso dalle centrali nucleari non è inquinante, ma si tratta semplicemente di vapore acqueo, innocuo per l’ambiente e per la salute delle persone.
Elettricità a basso costo
Il costo principale di una centrale nucleare è principalmente legato alla sua costruzione. I costi di produzione dell’energia elettrica, invece, sono piuttosto contenuti, una volta che questa è stabile ed operativa. I costi sono nettamente inferiori, soprattutto se paragonati ad altri tipi di centrale a combustibile fossile. Il fatto che poco uranio permetta grandi produzioni di energia, contribuisce a rendere estremamente economico il mantenimento di una centrale nucleare, visto anche il relativo basso costo dell’uranio.

Ovviamente i costi di produzione dell’elettricità vanno sommati ai costi di costruzione e di avvio della centrale nucleare che, come detto, non sono affatto irrisori. Tuttavia, prevedendo una durata media di circa 50 anni per una centrale nucleare, possiamo dire che le spese di costruzione hanno un ampio margine temporale per essere ammortizzate, rendendo comunque l’investimento conveniente da un punto di vista puramente economico.
Impatto lavorativo sulla comunità
Avete presente la cittadina di Springfield dei Simpson, dove gran parte degli abitanti, compreso il distratto Homer, lavora all’interno della centrale nucleare del dispotico Montgomery Burns? Come spesso accade, il cartone animato di Matt Groening aiuta a fotografare la realtà in maniera semplificata, ma sconvolgentemente realistica. Una centrale nucleare, infatti, richiede tanta forza lavoro, e rappresenta a tutti gli effetti una gran risorsa economica per le comunità locali che la dovranno gestire.
Una centrale di medie dimensioni richiede almeno 500 lavoratori, e molto spesso, in un unico sito, vengono create più centrali. Rapportandolo ai dati sulle centrali tradizionali, possiamo dire che una centrale nucleare richiede circa 10 volte i lavoratori di una centrale a gas e 5 volte quelli di una a carbone. Questo è il motivo per cui, negli stati in cui il nucleare funziona, le comunità locali sono molto restie ad abbandonarlo. Tanti lavoratori attirano inoltre altrettanta economia, con tangibili benefici e ripercussioni economiche positive su tutta la zona.
Svantaggi
Le centrali nucleari, nell’immaginario comune, sono viste come un elemento inquinante e deturpante del territorio, oltre ad essere percepite con una certa insicurezza. Sebbene in gran parte queste affermazioni non siano affatto corrette, esistono tante ragioni valide per cui l’energia nucleare non venga adottata in massa da tutti gli stati. Vediamo brevemente le principali.
Incidenti nucleari
È facile da capire come la cattiva nomea del nucleare derivi principalmente da alcuni incidenti famosi, come quelli verificatisi a Chernobyl nel 1989 o a Fukushima nel 2011. Di fatto, nel corso degli ultimi decenni sono stati compiuti enormi passi avanti in termini di sicurezza degli impianti nucleari. I rischi sono minimi e le probabilità di incidente sono così esigue che tutti gli esperti del settore si dichiarano non preoccupati da queste eventualità.
Tuttavia, l’opinione pubblica è comprensibilmente molto scossa dagli effetti permanenti che potrebbe produrre un incidente nucleare sul proprio territorio. Basti pensare che gli effetti di Chernobyl sono ancora presenti a distanza di oltre trent’anni, e che Fukushima ha riportato a galla gli spettri del disastro nucleare ucraino, ricordandoci che la sicurezza teorica degli impianti non sempre corrisponde ad un’effettiva messa a punto di tutte le misure necessarie a garantirla.
Scorie nucleari
L’energia nucleare, sebbene da molti considerata pulita, porta con sé l’annoso problema delle scorie nucleari. Il combustibile esausto proveniente dal processo di fusione è un materiale altamente radioattivo, che dovrà essere riprocessato o smaltito in maniera molto attenta e meticolosa, seguendo la normativa vigente in materia nei diversi stati. Ogni centrale nucleare può produrre tante tonnellate di scorie (si stima circa 20-25 tonnellate all’anno) e rifiuti radiotossici che rimarranno attivi per centinaia o migliaia di anni (a seconda del materiale utilizzato), prima di tornare al loro livello di radiotossicità di partenza. Gestire le scorie è il vero problema del nucleare, con possibili ripercussioni sull’ambiente e potenziali danni legati al processo di stoccaggio. Tutta la catena di riprocessamento o di smaltimento delle scorie è inoltre estremamente dispendiosa, facendo lievitare non poco il costo complessivo del nucleare.

Il nucleare non è una fonte rinnovabile
Molti pensano a torto che l’energia nucleare possa essere annoverata tra le fonti di energia rinnovabili. Tuttavia, l’energia nucleare è un tipo di energia non rinnovabile. I combustibili nucleari, come l’uranio e il plutonio tuttavia, sono infatti presenti in risorse limitate, seppur abbondanti, sul nostro pianeta. Inoltre, si tratta pur sempre di materiali che vanno estratti e trattati prima di poter essere utilizzati.
Le energie rinnovabili, come l’energia eolica o il solare, sono invece presenti in quantità infinite nel nostro pianeta, e un loro utilizzo appare essere nettamente più sostenibile nel lungo periodo.
Costo di costruzione delle centrali
Come già accennato precedentemente, il costo iniziale per la costruzione di una centrale nucleare è tutt’altro che trascurabile. L’investimento iniziale spesso scoraggia gli stati a creare nuove centrali nucleari anche dove si potrebbe. L’ammortizzazione dell’investimento, infatti, potrà avvenire in decenni, e lo stesso tempo di realizzazione della centrale, nei casi migliori, richiederà anni. La politica ha invece orizzonti temporali più brevi, nei quali si devono garantire dei risultati agli elettori. Investire in una centrale nucleare non è perciò una scelta comoda per nessuno, anche se a lungo termine potrebbe (economicamente) rivelarsi vincente.
Attentati terroristici
Tante persone, sentendo parlare di nucleare, pensano alla bomba di Hiroshima o Nagasaki. Sebbene il principio di base, ovvero la produzione di energia nucleare, sia in comune tra uso militare e uso civile, l’uranio che viene utilizzato per la produzione delle bombe nucleari è diverso rispetto a quello utilizzato nelle centrali (sebbene possa essere sintetizzato da questo).
Fatti i dovuti distinguo, tuttavia, non si può negare che la tecnologia nucleare nelle mani sbagliate possa creare dei danni davvero dirompenti e irreparabili. Inoltre, le centrali nucleari possono diventare dei bersagli sensibili per il terrorismo, nonostante gli innumerevoli protocolli di sicurezza. Sebbene le probabilità di incidenti di questo tipo rimanga bassa, non è comunque trascurabile, soprattutto se confrontata alla totale sicurezza delle fonti di energia rinnovabili.
Il nucleare in Italia
In Italia, l’ultimo atto del dibattito nucleare si è svolto nel 2011. Il terzo quesito del referendum abrogativo del 12 e 13 giugno di quell’anno aveva come oggetto l’abrogazione delle nuove norme che avrebbero potuto far riprendere in considerazione l’utilizzo dell’energia nucleare nel Belpaese. Il 95% dei votanti, su un quorum di circa il 54% della popolazione, ha votato per l’abrogazione, sancendo di fatto la fine dei discorsi sull’utilizzo dell’energia nucleare in Italia.

Nucleare: una tecnologia necessaria?
Non è facile fare un rapido bilancio dei pro e dei contro dell’utilizzo dell’energia nucleare, in quanto l’argomento si presta a valutazioni soggettive legate alla percezione dei rischi intrinseci di questa tecnologia.
Da un punto di vista puramente economico non si può negare che, nel breve e medio termine, le centrali nucleari siano una risorsa enorme che rappresenta la vera alternativa alle fonti tradizionali non rinnovabili basate sui combustibili fossili. Le fonti rinnovabili, invece, allo stato attuale, sebbene promettenti e auspicabili, non sembrano ancora adatte a coprire, su larga scala, il fabbisogno energetico civile e industriale dell’umanità.
La vera sfida di quest’epoca sarà proprio quella di colmare questo gap, rendendo le energie rinnovabili sempre più diffuse e convenienti. La sostituzione delle fonti tradizionali con le nuove energie potrà portare a benefici a lungo termine difficilmente quantificabili sul piano economico, ma estremamente consistenti in termini di clima, ambiente e relativo benessere.
In questo contesto l’energia nucleare rappresenta forse un passaggio obbligato, anche se ormai già anacronistico, in quella transizione che nel corso dei prossimi decenni e secoli ci porterà auspicabilmente all’adozione di strategie di vita e di produzione più sostenibili e a impatto zero sul pianeta.