Per ora solare intendiamo l’ora “naturale”, ovvero l’orario corrispondente a quello del meridiano di riferimento del proprio paese. Per noi è molto più semplice identificarla come “ora invernale”, distinguendola dall’ora legale che è l’ora “estiva” a cui tutti siamo abituati.

Introduzione dell’ora legale
Ci sono diverse teorie in merito all’invenzione dell’ora legale, ma una delle prime e più fondate risale al Settecento.
Fu Benjamin Franklin, l’americano inventore del parafulmine, che attuò per primo un ragionamento fondato sul risparmio energetico. Egli valutò che un cambio di orario avrebbe portato a un sensibile risparmio dell’energia destinata all’illuminazione.
Tuttavia, per arrivare all’introduzione vera e propria dell’ora legale, si dovette attendere fino al 1916, quando la Camera dei Comuni britannica approvò il British Summer Time. In quell’epoca, le enormi ristrettezze dovute alla guerra portarono a rendere importante anche ogni piccolo tentativo di risparmio. In questo contesto, l’ora legale rappresentava un vero e proprio uovo di Colombo. Permetteva infatti di risparmiare notevolmente sui consumi in maniera semplice e facilmente attuabile. Da allora, tanti altri stati si accodarono al Regno Unito, implementando il cosiddetto “orario estivo”.
In Italia
Anche l’Italia si adeguò al cambio di orario estivo, introducendo l’ora legale per la prima volta nel 1916, rimanendo attiva fino al 1920. A partire dalla Seconda Guerra Mondiale essa fu reintrodotta in maniera più o meno stabile, per essere poi adottata definitivamente con la legge 503 del 1965. Inizialmente l’ora legale in Italia durava quattro mesi, per poi essere estesa fino a sei mesi a partire dal 1980. Nel 1996 si passò a sette mesi, in accordo con gli altri stati dell’Europa, di fatto anticipando quella che sarebbe stata la direttiva europea 2000/84/CE. Questa servì a formalizzare la situazione che ci è ormai familiare:
- l’inizio dell’ora legale è fissato alle ore 2:00 del mattino dell’ultima domenica di marzo;
- la fine dell’ora legale è fissata alle 3 del mattino dell’ultima domenica di ottobre.
Risparmio energetico
Ma in che modo è possibile ottenere un risparmio energetico? Se andiamo a vedere l’orario in cui sorge il sole in autunno con l’ora solare e lo confrontiamo con l’ora in cui sorgerebbe mantenendo appunto l’ora solare, ci accorgeremmo facilmente che il sole in primavera non solo sorge prima, ma sorge proprio molto presto.
In estate questo porterebbe perciò allo spreco di una buona parte dell’illuminazione diurna naturale del sole, sfruttabile in orari in cui la maggior parte della popolazione non si è ancora svegliata e soprattutto non ha ancora iniziato le proprie attività che necessitano di illuminazione. L’introduzione dell’ora legale ha permesso di risparmiare negli anni tantissima energia elettrica, con notevole risparmio di soldi per i cittadini, per gli Stati e un maggiore rispetto per l’ambiente.

Il cambio dell’ora avviene perciò due volte l’anno: in primavera (l’ultima domenica di marzo) si introduce l’ora legale e si portano le lancette un’ora avanti, in autunno (ultima domenica di ottobre) torna l’ora solare e si portano le lancette un’ora indietro.
Nel resto del mondo
Naturalmente non tutti i paesi utilizzano il cambio dell’ora. Tanti stati hanno provato il cambio dell’ora per poi abbandonarlo. Altri, invece, hanno deciso di tenere l’ora legale per tutto l’anno, senza mai variarla.
Rischi per la salute
Ma oltre al vantaggio in termini di risparmio di energia elettrica, ci sono altri vantaggi e svantaggi in questo sconvolgimento orario due volte all’anno? Molti esperti sostengono di sì.
Medici, ricercatori e altri studiosi hanno portato avanti l’ipotesi, confermata da diversi studi e pubblicazioni, che il cambio dell’ora sfasi l’organismo in maniera molto più profonda di come possiamo pensare. Si è infatti potuto apprezzare come in corrispondenza del cambio dell’ora ci sia un incidenza di malori, più o meno gravi, tra cui eventi cardiovascolari, come infarti e ictus, che fanno pensare che tutto questo non solo non sia una coincidenza, ma che il cambio possa avere effetti moto importanti sulla salute della popolazione, tali da non poter essere ignorati.
Ed è proprio così che si è iniziato a parlare di abolizione del cambio dell’ora.
Perché si vuole abolire l’ora legale?
Proprio per tutti i rischi evidenziati sulla saluta della popolazione, la Commissione Europea ha indetto un sondaggio per tutti i cittadini facenti parte della UE. Il quesito semplice poneva la domanda diretta, con preferenza o meno dell’orario legale e se si volesse abolire questo cambio dell’orario.
Alla votazione ha partecipato un percentuale molto ridotta della popolazione europea, ma l’esito tra i votanti è stato per l’abolizione dell’ora legale (circa 4,6 milioni, pari ad un 84% dei votanti).
Perché si è deciso di fare questo sondaggio? Il quesito si è posto in quanto in alcuni Paesi, come quelli del Nord dove le giornate sono estese, la variazione non ha mai avuto l’effetto sperato.
L’abolizione dell’ora legale
A seguito di questa richiesta il Parlamento Europeo si è riunito per discutere della questione e prendere una decisione in merito. La votazione è avvenuta a seguito di 410 favorevoli, 192 contrari e 51 astenuti con apporto di qualche modifica, in merito alla libertà di scelta da parte di ogni singolo Paese dell’Unione.
Tale decisione entrerà in vigore nel 2021 e dal 2022 ogni Paese deciderà in autonomia se mantenere l’orario legale oppure abolirlo in maniera definitiva. Una piccola postilla indica inoltre che, se si dovessero verificare problematiche in merito al funzionamento del mercato unico, il Parlamento potrà proporre un posticipo di altri 12 mesi.